Intervista ad Alberto Milani, Presidente Italy-America Chamber of Commerce of New York

Alberto Milani, Presidente dell’Italy-America Chamber of Commerce of New York, è anche il co-fondatore di Piazza Italia Market, ‘venue’ situata nel cuore di Manhattan, creata per assistere le aziende italiane e facilitare la crescita del loro business nel Nord America. Manager di grande esperienza, ha ricoperto posizioni di rilievo presso aziende come Procter & Gamble, Sector Sports Watches, Bulgari, Buccellati e Richline Group.

In questa intervista, esploreremo il suo percorso, le sue idee innovative nel settore del marketing e il suo impegno costante per promuovere il commercio tra Italia e Stati Uniti. Scopriremo anche come Piazza Italia Market sta contribuendo a facilitare l'espansione delle aziende italiane in Nord America e come stia ridefinendo il concetto di branding di lusso attraverso strategie innovative di marketing.

Potrebbe condividere con noi le motivazioni che l’hanno spinta a intraprendere l'attività negli Stati Uniti?

Agli inizi degli anni 90, da giovane manager, fui incaricato di trasferire la filiale americana della società, per cui allora lavoravo in Italia, da Los Angeles a New York. Quella che doveva essere una missione di soli sei mesi si trasformò per me in una start-up a tutto tondo. Ricerca di nuovi uffici, di personale e pianificazione della strategia di sviluppo. Il tutto insieme con una nuova vita. La mia generazione è cresciuta con il mito degli Stati Uniti. Ero e sono innamorato di questo grande Paese e il sogno americano continua ancora dentro di me, anche dopo oltre trent'anni. Mai domo, per le infinite possibilità offerte da questo Paese ma anche sempre conscio dell'impegno necessario.

Siamo interessati a conoscere le sfide principali che ha affrontato nel mercato americano e come ha fatto per superarle, tenendo conto delle differenze culturali, delle normative e delle dinamiche locali.

I momenti di grande cambiamento sia personale che professionale richiedono, secondo me, disciplina caratteriale e viva curiosità nell'apprendere. L'esprimersi in una lingua diversa diventa non solo un esercizio di traduzione simultanea delle parole ma anche, e forse soprattutto, un continuo adattarsi al modo di apprendere e trasferire i concetti da/a chi ti ascolta. Ero passato velocemente da un mondo dove si parla molto prima di agire ad un altro dove si agisce piu' velocemente e poi si migliora in corsa. In inglese e a New York ci sono meno parole. Tutto è più diretto. Mi accorgo molte volte che anche il mio Italiano si è velocizzato e ha più linearità di pensiero.

Potrebbe illustrarci i vantaggi competitivi che ha riscontrato nell'ambiente imprenditoriale americano rispetto al contesto italiano? In che modo ha sfruttato tali vantaggi per il successo della sua attività?

Una burocrazia snella e veloce, regole da seguire mirate allo sviluppo ma anche certezza delle sanzioni. Il sistema è creato con procedure alle quali allinearsi il prima possibile per poter operare ed accelerare.
La nostra cultura, molte volte, ci fornisce forti basi umanistiche per interagire su più argomenti e gestire più fronti. Siamo apprezzati per questo. La nostra creatività ci aiuta ad agire dentro schemi prefissati ma anche a suggerire una soluzione migliorativa. Il saper fare e il confrontarsi con le persone su valori condivisi ci viene riconosciuto. Le nostre arti del ben fatto e del buon gusto hanno un valore indiscutibile. Queste doti devono però saper confrontarsi, ad impegno costante, con una competizione feroce per potersi rivelare una formula vincente.

Come ha gestito l'adattamento alle differenze culturali e alle dinamiche specifiche del mercato americano, considerando che proveniva da un contesto imprenditoriale italiano. Quali strategie ha adottato per garantire una transizione fluida e una buona integrazione nel nuovo ambiente?

La pianificazione di un progetto condiviso e la capacità di motivare ed ispirare le persone intorno a te, sono chiavi importanti di integrazione. Difficilmente si è isolati e non coinvolti. Non solo fai parte di una squadra ma ne senti anche la pressione a seguirne gli schemi ed a crearne nuovi. Un passaggio che inizialmente potrebbe sembrare solo un tempo aggiuntivo per raggiungere il risultato finale, si trasforma spesso in una base solida che, se ripetuta, darà più efficacia in futuro. Il lavoro, così come la vita quotidiana, richiedono costante ricerca di perfezione e continuo impegno a migliorarsi. La prima sfida è sicuramente quella con sé stessi.

Potrebbe fornire dei consigli pratici e preziosi ad altri imprenditori italiani che desiderano avviare un'attività negli Stati Uniti? Quali sono le principali considerazioni da tenere a mente e gli aspetti chiave da affrontare per avere successo nel mercato americano?

Bisogna essere chiari, la soglia di entrata è molto costosa e lo sviluppo lo è ancora di più'. La spinta che il digitale sta dando a molti settori contribuisce solo parzialmente ad abbassare i costi fissi. E' importante per un’azienda che voglia penetrare il mercato americano, sapere come e dove posizionarsi fissando a priori obiettivi realistici. E' cruciale studiare bene le caratteristiche dell’offerta che si vuole proporre perché non sempre quello che riteniamo rilevante in Italia può automaticamente esserlo anche oltreoceano. Per questo, durante la pandemia, io e il mio socio Dennis Ulrich, insieme con una grande squadra, abbiamo creato Piazza Italia (www.pzitalia.com). Siamo il primo e unico aggregatore di aziende dove la domanda americana e l'offerta italiana si incontrano grazie al lavoro dei nostri professionisti che conoscono bene il mercato e capiscono le due culture. L’ obbiettivo è consolidare e sviluppare con presenza continuativa le nostre eccellenze a costi condivisi. Noi pensiamo che la forza collettiva sia largamente superiore a quella della singola azienda.

Quali sono le principali differenze che ha riscontrato tra il sistema legale e fiscale italiano e quello americano, e come ha navigato attraverso queste differenze per garantire il successo della sua attività negli Stati Uniti?

Il sistema USA è formato più sul pragmatismo economico e fiscale che sulla formalità. E' un sistema più evoluto, soggetto a continui cambiamenti sociali e tecnologici, quindi obbligato ad essere sofisticato nell'adeguarsi. La costituzione di un’azienda, per esempio, è snella e veloce con regole sempre orientate alla protezione degli investimenti. Il sistema geo-politico di formazione federale ha però una legislazione fiscale complessa tenendo in considerazione che, oltre al fisco federale, vi sono altri 50+1 sistemi statali. Diventa difficile comparare quanto sopra con l’Europa che, purtroppo non è ancora a quel livello di unione politico-fiscale. Quando parliamo con la nostra divisione specializzata su possibili investimenti e/o acquisizioni in Italia, la complessita' della burocrazia e la poca chiarezza nei tempi di possibile esecuzione sono ancora ostacoli da superare culturalmente.

La costruzione di una rete di contatti e relazioni professionali è spesso fondamentale per il successo imprenditoriale. Potrebbe condividere con noi come ha creato la sua rete di contatti negli Stati Uniti e quanto è stata rilevante per il successo della sua attività?

Le relazioni di lavoro negli Stati Uniti sono meno legate alla singola opportunità e richiedono invece un continuo processo evolutivo che si rafforza nel tempo. Onestà e consistenza sono parole chiave. Gli amici diventano la tua famiglia all'estero con i quali condividere molto e a più livelli. La creazione di contatti e la capacità di mantenerli diventano quindi all'estero la tua credibilità e il tuo investimento più prezioso. La mia presidenza della Italy America Chamber of Commerce di New York mi permette di approfondire la conoscenza di nuovi settori merceologici e di servizi innovativi. Con più di un secolo di storia la Camera ha un patrimonio di eccellenza e di appartenenza al territorio difficilmente replicabili altrove. Sento l'onore e l'onere di mantenere vivi i miei contatti e fare il meglio per supportare ognuno di loro insieme con le radici del mio Pease di nascita.

Siamo interessati a conoscere le tendenze attuali del mercato americano che lei considera più interessanti o promettenti per gli imprenditori. Potrebbe condividere alcune di queste tendenze e come potrebbero influenzare il settore in cui opera?

Dopo la pandemia due settori sono cambiati in maniera storica: la logistica, sia delle persone che delle merci, e lo scambio virtuale dei contenuti. Direi che oggi le immagini, togliendo sempre più spazio alle parole, ci rappresentino più direttamente. E' necessario quindi avere un portafoglio di offerta ben strutturato, graficamente ben presentato con temi e colori rilevanti. La scienza e la tecnologia ci guideranno sempre di più nella lettura dei comportamenti del consumatore e su come adeguare i messaggi sulla base delle reali esigenze. Il processo di innovazione e sostenibilità dell'intero ciclo economico nella filiera che parte dalla produzione al consumatore finale, giocherà un ruolo importante nello sviluppo del Made in Italy. Anche qui il digitale aiuta, accorciando le distanze e superando gli ostacoli temporanei che possiamo incontrare. Un suo uso bilanciato porta a maggior flessibilità e supporto, anche nella vita quotidiana .

Affrontare la concorrenza è una sfida comune per gli imprenditori. Potrebbe gentilmente condividere le strategie che suggerisce di adottare per distinguersi e differenziarsi dagli altri attori del settore nel mercato americano?

Gli Stati Uniti sono una mercato con climi, fusi orari e culture diverse. Un mercato esteso su un territorio circa 33 volte più grande dell'Italia. L'offerta di prodotti e servizi è la più ampia possibile con una competizione mondiale. Le aziende italiane guardano con rinnovato interesse a questo mercato dove c'è stabilità politica e legislativa. Per le nostre aziende è importante comunicare digitalmente e con chiarezza i nostri vantaggi competitivi. La nuova comunicazione obbliga a più linearita' del messaggio e alla rilevanza dei contenuti di immagine. I nostri valori comuni sono: territorio, cultura e tradizione. Il prodotto deve esserne il risultato finale. Allo stesso modo, la presenza continuativa sul territorio americano e la consistenza dell'offerta sono la base su cui costruire una logistica moderna e un servizio efficace al cliente. Piazza Italia spazia in vari settori ed opera con una squadra di Ambasciatori certificati sul territorio italiano. La nostra squadra è sempre a disposizione per segnalare opportunità ed eventuali bandi governativi a supporto economico delle attività internazionali.

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