Intervista a Robert Allegrini, presidente della NIAF

Robert V. Allegrini, presidente della National Italian American Foundation (NIAF) è un manager di origini italiane residente a Chicago (IL).

Allegrini ha ricoperto il ruolo di Vice President of Communications-the Americas per Hilton. In quel ruolo, Allegrini ha gestito il team di pubbliche relazioni al servizio di tutte le proprietà Hilton a servizio completo e di lusso gestite dall’azienda in tutto l’emisfero occidentale. Allo stesso tempo, ha anche supervisionato le pubbliche relazioni del marchio per Conrad Hotels & Resorts e Waldorf Astoria Hotels & Resorts in tutto il mondo. Nel 2016, è stato nominato una delle 25 menti straordinarie nel marketing dell’ospitalità dalla Hospitality Sales and Marketing Association International.

Come presidente della NIAF, come descriverebbe l'attuale situazione della comunità italoamericana nella società odierna? Ci sono sfide o opportunità specifiche che vorresti evidenziare?

Allo stato attuale, la comunità italoamericana rappresenta un gruppo etnico molto influente e pienamente integrato. Gli americani di discendenza italiana hanno dato, e continuano a dare, un grande contributo alla società americana. Oggi, anche due candidati alla presidenza degli Stati Uniti hanno origini italiane e questo dovrebbe renderci tutti orgogliosi. Gli italoamericani hanno superato decenni di pregiudizi e avversità per arrivare a questo punto grazie al loro duro lavoro, con l’obiettivo di migliorarsi attraverso l’istruzione e raggiungere la piena autosufficienza.

Tuttavia, questo successo ha avuto un prezzo. In molti casi per raggiungere l'integrazione nella società americana gli italoamericani hanno perso il contatto con la vera cultura e storia italiana. In assenza di autentici modelli italiani, molti italoamericani di terza e quarta generazione permettono ancora oggi alla cultura popolare americana - a Hollywood in particolare - di definire la loro identità etnica con effetti negativi. Hollywood vuole ritrarre gli italoamericani come rumorosi, grezzi, coperti di catene d'oro e tolleranti se non addirittura favorevoli al crimine organizzato. Troppi giovani italoamericani aderiscono a questa ridicola caratterizzazione. Di conseguenza, hanno una visione molto distorta di cosa significhi essere italoamericani. La NIAF, in questo contesto, funge da controaltare a Hollywood offrendosi come punto di riferimento per tutti gli italoamericani che hanno sete di imparare ciò che il loro patrimonio e la loro cultura d’origine rappresentano veramente.

In termini di promozione delle relazioni con le istituzioni italiane, quali sforzi ha fatto la NIAF per collaborare e rafforzare i legami tra la comunità italoamericana e l'Italia? Ci sono iniziative o partnership congiunte che può raccontarci?

Uno dei miei principali obiettivi da quando sono diventato presidente della NIAF è stato quello di promuovere relazioni più strette con le istituzioni italiane in modo che la fondazione possa servire da vero ponte tra gli Stati Uniti e l'Italia e come leader di pensiero nel far avanzare il futuro delle relazioni USA-Italia. Come tale, sotto la mia presidenza, la NIAF ha avviato una partnership con European House Ambrosetti, il principale think tank italiano. Insieme ad Ambrosetti stiamo producendo importanti position paper che vengono presentati alla conferenza annuale Ambrosetti. L'anno scorso abbiamo prodotto un documento sul valore strategico del partenariato USA/Italia e quest'anno stiamo producendo un documento sulla diaspora italiana.

Abbiamo anche firmato accordi di collaborazione strategica con l'American Chamber of Commerce di Milano (AMCHAM) e il Consiglio per le relazioni tra l’Italia e gli Stati Uni nonchè con il think tank basato a Bruxelles, Italy Untold. Inoltre, abbiamo firmato memorandum d'intesa complessivi sia con le città di Napoli che di Genova per promuovere iniziative culturali con questi comuni che hanno legami così importanti con la comunità italoamericana. Ogni anno, la NIAF nomina anche una Regione d'Onore in Italia con cui cooperare. Quest'anno abbiamo nominato l'Emilia Romagna ed il board della NIAF ha appena visitato la regione a giugno. L'Emilia Romagna sarà anche la protagonista del nostro galà annuale NIAF a Washington DC il prossimo ottobre. Inoltre, sono orgoglioso di affermare che la NIAF ha raccolto oltre 80.000 dollari per le vittime delle recenti terribili inondazioni in Emilia Romagna.

La NIAF è conosciuta per il suo lavoro di advocacy nella promozione del patrimonio italiano. Potrebbe condividere alcuni esempi di campagne o iniziative di advocacy di successo che la NIAF ha intrapreso per aumentare la consapevolezza e l'apprezzamento della cultura e delle tradizioni italiane?

La NIAF ha una lunga e gloriosa storia di campagne di advocacy e iniziative di successo di cui hanno beneficiato sia l'Italia che la comunità italoamericana. Ad esempio, la NIAF è stata fondamentale nel preservare la lingua italiana nel sistema americano di esami universitari avanzati. Senza l'intercessione della NIAF in questa importante questione, l'iscrizione alle classi di italiano delle scuole superiori sarebbe drasticamente diminuita.

Un'altra importante iniziativa di advocacy che mi sta a cuore è stata quella di rendere consapevole il pubblico americano del ruolo dell'Italia nel salvare vite ebraiche durante l'Olocausto. Questo programma di advocacy ha aumentato la consapevolezza negli Stati Uniti del nobile e unico ruolo dei servizi militari e diplomatici italiani nel proteggere decine di migliaia di ebrei in aree dell'Europa da esso controllate durante la seconda guerra mondiale. Ha dimostrato la grande umanità del popolo italiano. Questa è la vera storia italiana di cui gli italoamericani dovrebbero essere consapevoli, al contrario della storia romanzata di gangsterismo che viene offerta da Hollywood.

Ci sono aree o questioni specifiche su cui la NIAF si sta attualmente concentrando nei suoi sforzi di advocacy per la comunità italoamericana? Come prevede di affrontare queste questioni e avere un impatto positivo?

La NIAF è attualmente impegnata in numerosi sforzi di advocacy su temi diversi come la necessità di maggiori risorse per il rilascio di richieste di doppia cittadinanza italiana e la conservazione di un'immagine accurata della figura di Cristoforo Colombo, che è sotto attacco negli Stati Uniti da parte di un gruppo di estremisti militanti con l'intento di attaccare e distruggere la reputazione delle figure principali della civiltà occidentale.

Uno degli sforzi di advocacy che mi entusiasma di più è promuovere l'iniziativa Turismo delle Radici del Ministero degli Affari Esteri italiano. Il 2024 è stato dichiarato l'anno del turismo delle radici in Italia e, come tali, gli oriundi provenienti dalla diaspora italiana sono invitati a tornare nei paesi dei loro antenati in Italia. Noi della NIAF siamo entusiasti di essere partner del ministero nel promuovere questa importante iniziativa negli Stati Uniti. I nostri social media raggiungono quasi 200.000 italoamericani, quindi la nostra fondazione è l'organizzazione perfetta per contribuire a diffondere la parola sull'anno del turismo delle radici.

Ritengo inoltre che alcuni dei nostri sforzi di advocacy dovrebbero essere rivolti all'Italia stessa. Sono un sostenitore del fatto che gli italiani hanno molto da imparare dagli italoamericani (e viceversa). Ogni volta che sono invitato in un programma televisivo italiano o ho la possibilità di rilasciare un'intervista, esalto gli italiani affinché siano più patriottici e civicamente consapevoli. Se gli italiani fossero più patriottici e civicamente consapevoli, come lo sono gli italoamericani, penso che l'Italia sarebbe un paese migliore. La mancanza di educazione patriottica e civica in Italia si manifesta in tutto, dai rifiuti che gli italiani si sentono liberi di gettare per strada ai graffiti che deturpano quasi ogni edificio del paese. I graffiti sono riprovevoli. Gli autori di questi graffiti non sono artisti, sono vandali. Stanno rovinando la bellezza dell'Italia e dovrebbero essere individuati e sanzionati con più rigore. Mi imbarazza, come cittadino italiano con doppia cittadinanza, che questi graffiti siano tollerati da molti italiani.

La collaborazione tra le organizzazioni italoamericane può essere cruciale nell'amplificare la voce della comunità. Può dirci qualcosa sulle iniziative o partnership congiunte che la NIAF ha stabilito con altre organizzazioni italoamericane per difendere collettivamente il patrimonio italiano negli Stati Uniti?

Prendo molto sul serio il ruolo della NIAF nel rappresentare “la voce a Washington DC” per l'intera comunità italoamericana. Pertanto, durante la mia presidenza, ho istituito un programma di organizzazioni affiliate in base al quale le organizzazioni italoamericane di tutto il paese possono affiliarsi alla nostra fondazione. Uno dei vantaggi di questa affiliazione è che a ogni organizzazione è permesso inviare uno studente al programma Ambassador Peter F. Secchia Voyage of Discovery della NIAF con un viaggio completamente spesato di due settimane in Italia in modo che gli studenti possano avvicinarsi alle loro radici italiane. Come risultato di questa iniziativa di successo, abbiamo ora più di 40 organizzazioni affiliate in 16 stati diversi e l'iniziativa “Voyage of Discovery” è davvero diventata di portata nazionale.

A livello nazionale, la NIAF è anche uno dei membri fondatori dell'Italian American Leadership Forum, composto dalle più grandi e importanti organizzazioni italoamericane. Lo scopo dell'Italian American Leadership Forum è coordinare le organizzazioni affiliate al fine di garantire che la comunità italoamericana parli con una sola voce su questioni di cruciale importanza per la comunità.

Come presidente della NIAF, quali passi ha compiuto per coinvolgere le giovani generazioni di italoamericani nelle attività e nelle iniziative della fondazione? Come vede il loro ruolo nel plasmare il futuro della comunità italoamericana?

Ritengo fermamente che la NIAF abbia l'obbligo di insegnare alle giovani generazioni di italoamericani la storia dell'Italia e della comunità italoamericana. Le nonne italiane del passato hanno insegnato ai loro nipoti a frequentare la chiesa ed apprezzare la cucina ma non molto altro. Ecco perché tanti giovani italoamericani identificano la loro eredità con il cibo. Purtroppo, non è stato loro insegnato molto altro. Sarebbe anche da insegnare loro il Rinascimento e il Risorgimento e l'impatto che gli italiani hanno avuto sull'America. In proposito la NIAF ha una serie di programmi progettati proprio estendere il range culturale italoamericano a questi aspetti. Il programma NIAF on Campus fornisce finanziamenti per i club italiani universitari in modo che possano organizzare eventi che insegnino loro di più sulla loro eredità.

Sponsorizziamo anche conferenze universitarie che aiutano a insegnare la storia italiana e italoamericana. Quest'anno stiamo finanziando una serie di conferenze in università di tutto il paese tenute da un rinomato professore dell'Università Federico II di Napoli intitolate “The Filangeri Franklin Correspondence:a 240 year discourse between Italy and the United States”. Le conferenze si concentreranno sull'influenza che il filosofo politico napoletano Gaetano Filangieri ebbe sul presidente Benjamin Franklin. È importante che gli italoamericani capiscano che italiani come Filangieri e Filippo Mazzei rivestirono un ruolo molto importante nella fondazione della nazione americana.

E naturalmente abbiamo il programma “Ambassador Peter F. Secchia Voyage of Discovery”, a cui ho accennato all'inizio dell'intervista. Questo è uno dei programmi più importanti e gratificanti della NIAF che offre ai giovani italoamericani l'opportunità di visitare l'Italia come ospiti della nostra fondazione.

Tornando ai programmi educativi. Potrebbe evidenziare lo sforzo economico e di energie che il NiAF sostiene per incoraggiare il successo accademico e la conservazione culturale all'interno della comunità italoamericana?

Ogni anno la NIAF assegna quasi un milione di dollari in borse di studio e sovvenzioni. In futuro, vedo le sovvenzioni per progetti che promuovono vari aspetti della cultura o della storia italiana come sempre più importanti delle borse di studio. Il mio ragionamento in merito è che quello degli italoamericani è un gruppo etnico in media benestante che può finanziare l'istruzione dei propri figli. Inoltre, gli studenti italoamericani di talento possono richiedere ogni sorta di altre borse di studio disponibili sulla base dei loro risultati accademici, atletici o di servizio. Le risorse che la comunità italoamericana ha a disposizione dovrebbero pertanto essere mirate a sovvenzioni che educano interi gruppi di persone attraverso il sostegno di conferenze, libri, film, concerti, mostre e siti web a tema italiano e italoamericano.

Guardando al futuro, quali sono gli obiettivi le aspirazioni chiave che la NIAF ha fissato per il prossimo futuro nella sua missione di promuovere il patrimonio italiano negli Stati Uniti? Ci sono progetti o eventi entusiasmanti all'orizzonte che vorrebbe condividere?

Sono molto lieto di affermare che di recente alla NIAF è stato concesso uno status consultivo speciale dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, rendendoci l'unica organizzazione italoamericana ad essere riconosciuta dalle Nazioni Unite.

Ciò apre nuove opportunità per la nostra promozione su quella che è la piattaforma internazionale più grande e importante. La NIAF funge anche da segretariato della Delegazione del Congresso italoamericano composta da quasi 40 membri del Congresso e senatori statunitensi di origine italiana. Siamo entusiasti che il testimone sia passato da una presidente della Camera dei Rappresentanti italoamericana, Nancy Pelosi, a un altro, Kevin McCarthy, il cui nonno materno, Guido Palladino, era italiano. Non vediamo l'ora di collaborare con la delegazione del Congresso per promuovere gli interessi della comunità italoamericana. La NIAF è un'organizzazione apartitica che collabora con legislatori italoamericani di tutto lo spettro politico. Tutti i legislatori sono benvenuti purché siano orgogliosi italoamericani!

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